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La rendita catastale: che cos’è e a cosa serve

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Chi compra o acquista casa deve sapere che cos’è la rendita catastale e a cosa serve. Inoltre che rapporto c’è tra rendita catastale e valore catastale?

La rendita catastale è un valore fiscale assegnato all’immobile.

È essenziale per determinare il valore delle imposte: in particolare conoscere la rendita castale è necessario per calcolare il valore catastale, determinante per calcolare le imposte di registro nella compravendita delle abitazioni tra privati; per il calcolo dell’Imu, ed infine per stabilire il valore erariale dell’immobile.

La rendita catastale è stabilita in base a due parametri: le dimensioni dell’immobile e le tabelle di estimo, ossia dati relativi all’uso dell’immobile ed alla sua collocazione. Per esempio: la rendita catastale di un immobile ad uso abitativo a Milano sarà differente dalla rendita catastale di un immobile con la medesima destinazione urbanistica e la medesima metratura, ma posizionato in un comune dell’hinterland e da un immobile di pari metratura ma con destinazione commerciale o produttiva.

Ma dove si trova la rendita catastale? È indicata sulle schede catastali e può essere rinvenuta consultando il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Dalla rendita castale al valore catastale: vediamo come dall’una si ottiene l’altro.

Abbiamo detto che la rendita castale è essenziale per conoscere il valore castale dell’immobile, un dato rilevante in fase di compravendita degli immobili tra privati perché è la base imponibile dell’imposta di registro.

Quando si  acquista un’abitazione, oltre al prezzo dell’immobile, si devono versare alcune imposte. In caso di compravendita tra privati queste sono: imposta di registro, imposta ipotecaria e catastale. Le ultime due sono fisse e pari a 50 euro ciascuna, l’imposta di registro è pari al 2% del valore castale in caso di acquisto di prima casa e al 9% in caso di acquisto di seconda casa. 

Vediamo dunque come si calcola il valore catastale per la prima casa partendo dalla rendita catastale.

La formula è semplice: il valore catastale è pari alla rendita catastale, rivalutata del 5% moltiplicata per un coefficiente pari a 110. Facciamo un esempio: immaginiamo di voler acquistare una prima casa con rendita catastale pari a 900 euro, per stabilire il valore catastale occorre rivalutare la rendita del 5% (da 900 a 945 euro) moltiplicarla poi per 110 (103.950 euro). L’imposta di registro sarà pari al 2% di questo valore e cioè a 2.079 euro

Se invece vogliamo calcolare il valore catastale per l’acquisto di una seconda casa il coefficiente sale a 120. Per cui, ricalcando l’esempio di cui sopra: rendita castale 900 euro, rivalutazione del 5% (945) e moltiplicazione per 120 (113.400 euro). L’imposta di registro sarà pari al 9% di questo valore è cioè 10.206 euro.

Se invece si procede all’acquisto dell’immobile da un costruttore entro 5 anni dalla sua costruzione o ristrutturazione le imposte di registro, catastale e ipotecaria sono pari a 200 euro, ma sull’acquisto si paga l’iva pari al 4% in caso di acquisto di prima casa o al 10% in caso di acquisto di seconda casa; al 22% su immobili di lusso.

Le imposte di acquisto vanno versate direttamente al Notaio che stipula il rogito che si occuperà di versarle all’erario per conto del cliente.

La rendita catastale degli edifici appena costruiti

E nel caso degli edifici appena costruiti come si fa a stabilire la rendita catastale? In questi casi la rendita deve essere richiesta da un tecnico abilitato all’agenzia del territorio entro 30 giorni da quando è stato emesso il certificato di agibilità. Si parla in questa circostanza di rendita proposta. Se la transazione avvenisse con “rendita proposta” e poi la rendita risultasse superiore, l’Agenzia delle Entrate procederà ad applicare le maggiori imposte ma senza alcuna sanzione.

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Autore: Notai Online articolo realizzato personalmente dall'autore e coperto da copyright ©
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